MJF, ‘lettera a cuore aperto’ ai fan prima della difesa del titolo a Worlds End
Il 29 dicembre, alle soglie dal suo match contro Samoa Joe a Worlds End, il campione mondiale AEW ha pubblicato un articolo su The Players’ Tribune che avrebbe dovuto semplicemente celebrare il quinto compleanno della AEW e promuovere il pay-per-view, ma che è invece una lettera aperta in cui Max (invece di MJF) parla con candore del suo percorso in AEW, del suo rispetto per coloro che l’hanno costruita, e soprattutto del suo amore per la compagnia e i suoi fan, all’ombra dell’incertezza per il suo futuro.
Ecco quì sotto la traduzione dell’articolo originale:

Ho qualcosa da dire, per favore leggete
Di solito non faccio cose del genere, ma ho alcuni pesi che devo levarmi dallo stomaco.
Sabato sera lotterò contro Samoa Joe per il titolo mondiale e non ho idea di cosa succederà dopo. Probabilmente nei prossimi giorni leggerete varie storie su di me, sul mio contratto, sugli infortuni che ho dovuto affrontare, sulle condizioni fisiche in cui mi trovo, su chissà cos’altro. Sono sicuro che andrà tutto a finire in rete. Va bene così.
Ma la AEW compie CINQUE ANNI lunedì, 1° gennaio 2024. E questo, cazzo, significa qualcosa per me. E poiché tutto quello che avverrà dopo sabato è un’incognita, in questo momento voglio condividere i miei pensieri al riguardo. Voglio che i nostri fan mi sentano prima di qualunque cosa accada.
1
C’è una ragione per cui i “diritti dei lavoratori” vengono menzionati così spesso quando si parla di AEW: è perché ora ne abbiamo molti di più. Non è un concetto difficile da afferrare. Concorrenza = male per i dirigenti, bene per i lavoratori. Una volta c’era una sola grande compagnia americana di wrestling, ora ce ne sono due. Questo è importante, cazzo. È importante per i lottatori che lavorano qui, dal momento che tutti noi abbiamo un lavoro che cinque anni fa letteralmente non esisteva. Ma è importante anche per i lottatori che non lavorano qui. Per tutti quelli in WWE, la AEW significa non dover lavorare in condizioni di monopolio. Significa più opzioni, il che significa più leva quando arriva il momento di rinegoziare il contratto, il che significa più soldi. (Farò un’ipotesi azzardata e dirò anche un trattamento migliore.) E per i lottatori al di fuori di queste due società, la AEW è importante non solo perché esiste, ma per come esiste. Ascoltate… se cercate il mio nome su Google, penso che dica che sono alto un metro e ottanta – ma sappiamo tutti che è una stronzata. Sono attorno al metro e settanta, gente. Questo è un posto dove, in poche parole, un ebreo alto un metro e settanta può essere campione del mondo. Se conoscete la storia del wrestling, allora sapete che questo fatto conta parecchio, e perchè.
Quindi, anche se accolgo con favore chiunque sia critico nei confronti della AEW (Dio sa quanto io lo sia), se stai facendo il tifo contro di noi? Contro la nostra semplice ESISTENZA? Beh, allora sei il peggio del peggio. Perchè stai facendo il tifo contro chi nel wrestling ci lavora. E questa è la verità. Tra tutte le cose incredibili che la AEW ha fatto negli ultimi cinque anni, la numero uno è senza dubbio aver mandato MJF in TV. Ma la numero 2 è aver reso l’industria del wrestling un posto migliore in cui lavorare.
2
Cody mi ha dato una possibilità e mi ha inserito nella card di All In. Poi Tony ha colto l’occasione e mi ha fatto firmare con la AEW a tempo pieno. Ma non prendiamoci in giro: sono stato assunto per essere quello da odiare, quello che non avrebbe avuto alcuna possibilità contro quelli per cui facevate il tifo. Avete presente quei momenti con cui siamo cresciuti tutti, in cui una leggenda esce per parlare al pubblico, ma poi uno più giovane lo interrompe, ed è uno stronzo che si prende un pugno in faccia? Penso sia così che mi vedevano quando abbiamo iniziato. Basta guardare Double or Nothing 2019, il nostro primo PPV in assoluto. Hanno fatto uscire Bret Hart per svelare il titolo mondiale AEW. Poi hanno fatto uscire Hangman Page per stare nel ring con Bret e fare bella figura. Io??? Ho detto qualche parola, sono stato fischiato e ho preso un pugno. Non ero considerato uno su cui puntare.
Ma non dimenticherò mai il momento prima di andare là fuori. Voglio dire, provate a immaginare: ho 21 anni, appena qualche anno di attività nel settore, e mi è stato detto di realizzare un promo con Bret The Hitman Hart. Oltre 10.000 persone nell’arena, circa 100.000 persone che guardano la PPV. Quindi, prima di uscire, faccio a Tony e agli altri dietro le quinte quella che mi sembrava una domanda perfettamente legittima: “Ummm…… cosa devo dire??” E loro mi guardano per qualche secondo con questi sguardi vuoti. E dicono: “…….. cosa intendi? Sai come parlare.” È stato allora che ho capito come sarebbe stata la AEW – e che era lì che avrei dovuto lottare. Perché sì, ok, mi hanno portato qui per essere quello che viene pestato. Che sfiga. Ma mi hanno anche dato la possibilità di costruirmi il mio stesso successo. Sapete cosa voglio dire? Mi hanno gettato a mare, senza salvagente, e mi hanno detto: ‘’affonda o nuota’’. Vai over con i nostri fan oppure no. E personalmente io lo preferisco di gran lunga al modo in cui, storicamente, si fanno le cose nel wrestling, ovvero: ti mettono giù delicatamente vicino alla riva, con addosso il salvagente, e no, non te lo puoi togliere (è una regola), e non andrai mai over perchè con il salvagente sei proprio ridicolo, ma almeno non affondi quindi va tutto bene, e oh sì, sei licenziato.
Credimi, però, la AEW non è per tutti. “Affonda o nuota” è un’arma a doppio taglio micidiale. Se ci avete guardato durante il nostro primo anno, lo sapete. Non farò nomi. Ma basti dire che all’inizio, c’erano ragazzi che avevano addosso tutto l’hype del mondo – e poi si è scoperto che era tutto lì. Hype. Seriamente, c’erano tizi di cui nessuno smetteva mai di parlare. Oh mio Dio, quel tizio là, quello là è una VERA star. Poi parlavano di Darby Allin e dicevano, sì, Darby è forte e tutto… ma è mingherlino. Non andrà mai VERAMENTE over. Ma quel tizio là? Lui sì che avrà successo.
Ma ecco il punto: non è stato ‘quel tizio là’ ad avere successo. È stato Darby, maledetto, nonostante tutti dicevano che fosse troppo minuto e troppo strano. (Ed è uno stronzo che ho sconfitto due volte, comunque.) E sono stati i fottuti Penta e Fenix, che all’inizio sono stati sicuramente liquidati da molti come ‘i soliti messicani mascherati’. Ed è stato il fottuto Kingston, che è senza dubbio uno straccione ma è andato over da morire semplicemente essendo se stesso, un tizio di Yonkers. E sono stato io, cazzo: quello che doveva essere solo “il galoppino di Cody” o lo stronzo del mese o chissà cos’altro. (E poi ovviamente c’è qualcuno come Hangman, che tutti dicevano sarebbe stato fantastico e lo è stato. Bastardo.)
In conclusione: AEW = opportunità in ogni senso della parola. Se sei bravo, verrà fuori. Se sei così così, verrà fuori. Se ci sai ancora fare, verrà fuori. Se sei ormai al capolinea, verrà fuori.
E se sei un talento unico nella tua generazione (io), verrà fuori.
3
Voglio dire alcune cose sulle persone che hanno contribuito a costruire questo posto.
Tony – sì, è il mio capo, e sì, è il figlio di un miliardario, nessuno vuole sentir parlare di lui, sarò breve. 1. La maggior parte dei figli di miliardari, a quanto so, sono dei parassiti idioti e arroganti che passano tutto il giorno a guardare Netflix sdraiati su montagne di droga mentre scroccano soldi a mamma e papà. Tony non è così. Quindi, a livello umano, credo di rispettarlo perché è un bravo ragazzo che ama questo sport. 2. Tony onora i contratti. Se pensi che dovrebbe essere una cosa scontata, buon per te. Benvenuto nel wrestling.
Cody, abbiamo una bellissima amicizia, in un lavoro in cui trovare un vero amico è come trovare un unicorno, e non aggiungo altro.
Kenny e i Bucks: sento sempre dire quanto siano “polarizzanti”, e la mia risposta è: grazie al cazzo. Ogni artista che vale la pena seguire è polarizzante. Posso contare su due mani tutti i momenti genuinamente cazzuti della recente storia del wrestling. E quei ragazzi che scommettono su se stessi e vincono è uno di questi.
Jericho: è divertente prendersela con lui, lo so. (Credetemi, lo faccio sempre.) Ma la gente ha stranamente la memoria corta quando si parla di chi è Jericho e di cosa rappresenta. Ho un grande rispetto per Tony e gli EVP. (Vedi sopra.) Ma se all’inizio la AEW fosse stata composta solo da loro, più una masnada di wrestler indipendenti che non erano mai stati prima in televisione (me compreso)?? Scusate, ma no. Avremmo chiuso ancora prima di cominciare. Chris ci ha dato credibilità, ed è pazzesco che la gente ora lo dia così tanto per scontato. E non solo ha reso credibile la AEW, ma ha anche reso credibile il titolo mondiale. Che potrebbe sembrare la stessa cosa, ma non lo è. (È più difficile.) E sia chiaro: Chris ha anche dato credibilità a MJF. Voglio dire, quando ha deciso di lavorare con me per un ANNO?? Stavo già andando bene, ovviamente, ma lavorare con lui è stata la rampa di lancio definitiva. Agli occhi dei nostri fan, dei miei capi, di me stesso. Ha detto a tutti: avanti, appassionatevi a questo MJF. È veramente bravo. Vale un anno del tempo di CHRIS JERICHO. Vi assicuro che non mi dimentico di nessuno quando dico: Chris è la più grande star che la AEW ha avuto agli inizi, e molto probabilmente lo è ancora (a parte me, ovviamente).
Moxley: la cosa importante da capire quando si parla di Mox è che lui ha scelto la AEW. Forse sembra ovvio, ma non lo è. È difficile da spiegare. È come se le persone avessero queste strane cicatrici emotive riguardo al wrestling, dopo tanti anni in cui c’era un’unica compagnia. Tipo… Ok. Hai fatto match leggendari in Ring of Honor? Eri uno dei migliori wrestler nelle indie? Hai riempito le arene in Messico? Eri una star in Giappone? Fantastico… ma sei mai stato a Monday Night Raw?? Penso che ci sia un segmento di fan che dà per scontato, qualunque cosa accada, che la WWE sia il Piano A. Ma Jon ha disintegrato quel presupposto. Lui faceva parte del Piano A in WWE. È stato il protagonista lì per mezzo decennio. È stato il loro campione del mondo, è stato nella loro stable più popolare, guadagnava un mucchio di soldi, attirava gli ascolti, faceva vendere un botto di merchandise. E nel pieno della sua carriera ha detto: Grazie per i ricordi, grazie per l’offerta gigantesca. Ma voglio provare quest’altra cosa qui. Erano in tanti che DICEVANO di volerlo fare, ma Jon è stato l’unico che lo ha fatto davvero. Ha il mio infinito rispetto.
Gli Originali — Jericho e Moxley sono l’esempio perfetto di atleti già affermati che arrivano e capiscono la AEW fin dal primo giorno. Bryan è l’esempio perfetto di un atleta affermato che arriva più tardi e fa lo stesso. Ma (e questa notizia non vi sorprenderà), non tutti sono stati come loro. Altri atleti affermati sono arrivati, pensando a noi come una parentesi tra run dimenticabili in WWE, e non hanno rispettato ciò che è stato costruito, o da chi è stato costruito, o perché è stato costruito in primo luogo. E anche se sarebbe molto divertente scrivere qualche nome, la cosa ancora più divertente è che non devo farlo. Perché con gente così, la loro pigrizia è sotto gli occhi di tutti. Si vede nel loro lavoro. Non significa che siano cattive persone!! Semplicemente non li rispetto. Non hanno mai capito quello che hanno capito Mox, Jericho o Danielson, quello che hanno capito gli Elite, ovvero che il successo della AEW proviene da due fonti: 1. I nostri fan e 2. Gli Originali. E più il tempo passa, più diventa facile dimenticarsi delle basi gettate dagli Originali. Ma io mi ricordo, cazzo. Ricordo tutte le cose che abbiamo provato durante il nostro primo anno. Ricordo che durante la pandemia non solo siamo rimasti a galla, ma abbiamo anche prosperato grazie al lavoro fatto da tutti noi. Ricordo quanto fossero influenti molte delle nostre idee e quanto spudoratamente venissero copiate, perché erano nuove, diverse e interessanti. In conclusione: la crescita è importante… ma lo è anche ciò che l’ha resa possibile. Sono orgoglioso degli Originali e sono orgoglioso di essere uno di loro.
I nostri fan: sono i migliori. Non mi interessa, fatemi causa. Sono intelligenti, sono appassionati (che di solito è un eufemismo per dire “squilibrati”, ma non in questo caso) (per la maggior parte), e in poche parole amano quello facciamo. E non intendo “amano” nel senso di cieca lealtà, o “amano” come mark. “Amano” nel senso che amano. “Amano” nel senso che abbracciano a pieno le nostre cose migliori: il deathmatch tra Swerve e Hangman. Le acrobazie di Darby. I promo di Eddie Kingston (anche se è uno straccione). “Timeless” Toni Storm. I match spettacolari che Jamie Hayter stava facendo. MJF-Cole. MJF-Cody. MJF-Bryan. MJF-Punk. MJF-Kenny. MJF-Joe. I promo di MJF. Il corpo di MJF. Wardlow che è un porco e tradisce MJF. (Sono sicuro di dimenticarmi qualcosa.) Ma anche “amano” nel senso che non ci fanno sconti: quando qualcosa va troppo per le lunghe, o quando qualcosa non ottiene lo spazio che merita (guardate la reazione che Swerve sta avendo in questo momento; lui non mi sta simpatico, ma andiamo!!!). O quando ci dimentichiamo ciò che dovrebbe essere il cuore di tutto ciò che facciamo. Sono sicuro che alcune persone alzeranno gli occhi al cielo, ma (indovinate un po’???), non mi interessa: sono cresciuto come fan, sono ancora un fan. La AEW funziona solo grazie ai nostri fan. Sono anche consapevole che alcuni dei nostri fan sono stufi di me al momento. Sapete una cosa?! Quei bastardi sono comunque i migliori. Non si sono svegliati un giorno e sono magicamente passati dall’amarmi all’odiarmi. È successo perché si aspettano il meglio da me. E ne sono FELICE: è ciò che mi aspetto da loro. Se quello che faccio non funziona, voglio saperlo. E voglio che loro sappiano che se una volta manco il bersaglio, la volta successiva lo prenderò in pieno. Finché sarò in questa azienda, darò loro il massimo.
È strano. Durante la mia carriera in AEW, ho toccato le vette più alte, così alte da essere intoccabili per chiunque altro in questo settore (senza offesa!!). Ma ho anche avuto i bassi più bassi: così bassi, con un tempismo così fottutamente sbagliato, che onestamente a volte penso di essere maledetto. Penso che forse un giorno gli dei del wrestling fossero in vena di trollare e hanno detto: “Bene, creiamo questo ragazzo che è un DIO al microfono, bravissimo nel ring, fighissimo con la sua sciarpa di Burberry, è inutilmente bravo a cantare ed è senza dubbio il wrestler più coinvolgente del periodo di boom più grande degli ultimi decenni. Ma ogni volta che fa qualcosa di eccezionale, quest’altro tizio (nota: a cui auguro ogni bene!!!) si mangia un fottuto muffin. O qualcuno si infortuna. O qualcun’altro fa qualche altra cazzata”. È come se tutti i miei momenti migliori fossero arrivati con un brutto momento in allegato.
Non so perchè sia andata così…. ma ti giochi le carte che ti vengono date. E anche se sono orgoglioso di molte cose che ho fatto in AEW, in cima alla lista c’è il fatto che non ho mai accampato scusanti. Nemmeno una volta. Non importa quante stronzate mi siano arrivate addosso (e mi sono arrivate addosso un mucchio di stronzate). Non importa in che condizioni fisiche io sia e quanto dolore stia provando (e a volte vorrei che voi poteste vederlo in prima persona). Non importa. Ho fatto il mio lavoro. Che idea rivoluzionaria.
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Le cinque difese del titolo più belle dell’era MJF (in ordine sparso):
Danielson a San Francisco. Nel ring, Bryan è il miglior wrestler vivente – e per quel che vale la mia opinione, il migliore di sempre è o lui o Eddie Guerrero. Quel match è stato la mia fottuta consacrazione, e lo sarà sempre. Alcune persone, per qualche motivo (il motivo è che hanno i vermi nel cervello), adorano usare la mia bravura al microfono per screditare le mie abilitá nel ring. Come se essere un grande a fare promo escludesse l’essere anche bravo nel ring. Odio questa percezione di me. E per questo motivo, tutte le volte che salgo sul ring, sento di avere qualcosa da dimostrare. Quindi, quando ho fatto un match di sessanta minuti contro il più grande di tutti i tempi? Per me il match non era solo io contro Bryan Danielson. Era io contro tutti quelli che pensano di sapere di cosa sono capace. Era il mio modo per dire: so quello che faccio, brutti figli di puttana. E lo faccio con più stile di chiunque altro voi abbiate mai visto.
I Four Pillars a Las Vegas. Parlando dell’avere qualcosa da dimostrare. Pensate quello che volete sul concetto dei “quattro pilastri” – ma arrivare ad essere nel main event di un PPV con quei tre ragazzi, quando nessuno di loro era mai stato coinvolto nel main event in PPV? Ha significato moltissimo per me. E ovviamente abbiamo sentito cosa dicevano molti in proposito: Perché Sammy è nel main event? Che ci fa Jungle Boy nel main event? (Darby, invece… Lo adorano tutti quell’emo del cazzo.) E onestamente questo ha offeso me e Darby tanto quanto ha offeso Sammy e Jack. Ci chiedevamo, chi è questa gente che si arroga il diritto di dirci come fare il nostro lavoro? Poi, ovviamente, quei tre hanno lottato tutti come se fossero la personificazione del meme di Michael Jordan “…..and I took that personally”, ed è stato uno dei migliori match per il titolo mondiale nella storia della AEW. E dopo tutti hanno detto: Oh. Beh, è stato INCREDIBILE. Sammy, Jungle Boy, chi poteva saperlo? Uhm, io lo sapevo. Noi lo sapevamo.
Kenny a Mohegan Sun. Kenny ha molti detrattori, e nessuno di loro potrebbe allacciargli gli stivali. (Cioè, i parastinchi, ma sto divagando.) (Grazie, Taz.) Penso che le persone temono il cambiamento e temono ciò che non conoscono. E Kenny lotta con uno stile che mette quelle persone di fronte al fatto che ciò che non conoscono potrebbe riempire dieci fottuti oceani. È uno stile che adotterei, personalmente?? No. Ma apprezzo la sua genialità, e credo che atleti come Kenny siano quelli che permettono al wrestling di evolversi. Inoltre, porca vacca, mi sono divertito un mondo a lavorare con lui.
Cole a Wembley. Guardate, un altro esempio di me che faccio qualcosa di incredibile e la notizia in primo piano è “Anziano combina un casino”. In tutta serietà: essere nel main event a Wembley è di per sè qualcosa di cui essere orgogliosi. Ma per me ha avuto un significato ancora più profondo: 1. l’ho fatto con Adam, che è diventato davvero un buon amico, e 2. abbiamo fatto un match che davvero meritava il posto di main event a Wembley. È davvero una sfortuna che Adam si sia infortunato: è stato assolutamente straordinario quest’estate e meritava di godersi i frutti del suo duro lavoro. Ma sono felice di aver avuto quel match insieme a lui. Rimarrà nella storia ed è una gran figata, cazzo.
Joe a Arthur Ashe. Lo metto quì come segnaposto fino a sabato. Joe è una bestia, un mostro dell’atletica, un vero duro in un mondo pieno di finti “duri”, una leggenda vivente, e magari questo non avrà senso, ma penso che il Joe che vediamo adesso sia il migliore Joe di sempre. Quel match che abbiamo fatto è stato troppo bello per non avere un seguito.
5.
Sono stanco.
So che non è quello che dovrei dire da wrestler professionista, soprattutto non prima di un’importante difesa del titolo mondiale proprio nella mia città natale. So che dovrei prendere le mie vitamine, brother, farmi portare un caffè costoso nella camera d’albergo a cinque stelle in cui sto (grazie, Tony), e concludere questo articolo con un promo da babyface anni ’80 sul malvagio Samoa Joe . Vendiamo questo Pay-Per-View!!!!!! Ma non lo so, amico. Sono così, così, così stanco. Giuro su Dio. La mia anca è un disastro. Non riesco ad alzare il braccio sopra la testa. Sto prendendo antidolorifici, che non è una cosa che mi piace fare. Non riesco a dormire.
Ma come ho detto prima… so che non sono solo io ad essere stanco. So che i nostri fan sono un po’ stufi di questa run. E per la prima volta da quando è nata questa azienda, so che c’è un po’ di insofferenza verso MJF. Il che va bene, comunque: nessuno rimane per sempre sulla cresta dell’onda.
Sto scrivendo questo articolo mercoledì mattina. Mancano tre giorni a Worlds End.
Mancano cinque giorni a cinque anni di MJF in AEW.
E non so cosa verrà dopo.
Quello che so è che essere nel main event di una card al Nassau Coliseum come campione del mondo AEW significa tutto per me. Veramente. TUTTO. La gente dice sempre che Long Island fa parte del mio “personaggio” – no, fottetevi, è casa mia. Sono un ragazzino basso con difficoltà di apprendimento, nato e cresciuto a Long Island. Non è un personaggio. La gente dice sempre che essere vittima di bullismo fa parte della mia “storia” – no, fottetevi, è successo davvero. Dei ragazzi mi hanno lanciato addosso delle monetine e mi hanno detto “Raccoglile, ebreo”. Non è una storia. E se pensate che questo sia il promo da babyface anni ’80 di cui stavo parlando un paio di paragrafi fa, non lo è. In realtà… volete sapere la verità? A volte mi domando se opporsi all’antisemitismo sia ancora una “mossa da babyface”. No, davvero, me lo domando sul serio. Mi chiedo se essere un ebreo orgoglioso come me, nel 2023, mi abbia effettivamente reso MENO popolare come wrestler. E se nel profondo, quando qualcuno dice di essere “stanco di MJF”, ciò che in realtà intende è “E basta con ‘sta storia dell’ebreo”. Onestamente non conosco la risposta a questa domanda… e sono sicuro che verrò sommerso dalle critiche solo per averla posta. Ma è questo che occupa i miei pensieri in questo momento. È il timore di quello che potrebbe arrivare. Sono un ebreo in America e questa stanchezza la sento nella mia anima.
Permettetemi di dirlo direttamente, a bruciapelo: non sostengo il terrorismo, il sionismo, il genocidio, la guerra, le bombe, i governi genocidi, la morte di palestinesi innocenti, la morte di israeliani innocenti. Non sostengo l’idea che qualcuno -chiunque esso sia- muoia a causa dell’odio. Vi dirò cosa sostengo e di cosa sono a favore: sono contro l’odio. Mi dà la nausea sentire gente che invoca la morte di tutti gli ebrei per qualcosa che sta accadendo dall’altra parte del mondo. E sono stufo che Hamas, che è letteralmente un’organizzazione terroristica, abbia fan in questa parte del mondo; ogni giorno devo leggere stronzate antisemite da tutti i tipi di persone: celebrità (ciao, Kanye), estranei, anche persone che conosco. È semplicemente molto triste. Siamo tutti umani, amico. Tutti meritiamo diritti, tutti meritiamo la libertà, tutti meritiamo felicità e rispetto. (Volevo davvero chiarire queste cose e spero di averlo fatto. Queste sono le conversazioni serie che ho con la donna molto sexy di cui sono innamorato, che tra l’altro è palestinese.)
Scusate, sono andato fuori strada. Questo articolo avrebbe dovuto essere su la AEW che compie cinque anni + il PPV.
Ecco l’ultima cosa che dirò sulla mia ebraicità: se ne hai abbastanza, cazzi tuoi. Se ritieni che sia una dichiarazione politica, non posso aiutarti. Se ti mette a disagio, bene, ne sono felice. Se pensi che dovrei smorzare i toni, no, non lo farò. Se mi odi per altri motivi, lo capisco.
Ecco l’ultima cosa che dirò su Worlds End – e non preoccupatevi, è tossica: demolirò quel dannato mostro di Joe o morirò PROVANDOCI. Non applaudite questa frase, è una cazzata. Se fossi intelligente, salterei questo pay-per-view. Non sono intelligente. Il primo regno capita una volta sola, come anche la prima difesa del titolo nella mia città natale. Non dirò che è il momento più importante della mia carriera, perchè è il momento più importante della mia vita.
Ed in conclusione…. ecco l’ultima cosa che dirò sulla AEW: buon compleanno, fottuti stramboidi. A tutti coloro che ci hanno aiutato ad avere successo, GRAZIE. E a tutti coloro che speravano che fallissimo: Accidenti!!!! Mi dispiace per la vostra perdita e vi faccio le mie più sentite condoglianze. E comprate il PPV perchè sarà una figata.
Max